“Le emozioni non riguardano solo la vita del singolo individuo, ma hanno anche una ricaduta sociale nelle relazioni che gli individui instaurano tra loro.
L’empatia è la capacità di immedesimarsi in un’altra persona fino a coglierne i pensieri e gli stati d’animo: essa nasce in modo naturale a partire dall’infanzia grazie alla sintonizzazione della madre col bambino (quando si crea) e che in età adulta si manifesta in competenze sociali che rendono l’individuo capace di trattare con gli altri, mettendo in atto interazioni che favoriscono i rapporti interpersonali.
Chiamiamo risonanza emotiva l’emozione, registrata dalla psiche, che accompagna le nostre azioni facendole avvertire come buone o cattive, convenienti o sconvenienti.
Perché nasca una risonanza emotiva è necessaria una cura della psiche che prende avvio quando il neonato si attacca al seno materno e, insieme al latte, assapora l’accoglienza, l’indifferenza o il rifiuto.
Poi si struttura nella prima infanzia quando i genitori, oltre a un’educazione fisica e un’educazione intellettuale, provvedono anche a un’educazione psicologica, che è poi l’educazione delle emozioni e dei sentimenti, in assenza della quale il bambino si organizza da sé con gli strumenti che non ha.
Infine nella scuola che, oltre all’intelligenza mentale, cura anche l’intelligenza emotiva, perché l’emozione è essenzialmente relazione, che promuove quelle capacità interpersonali dalla cui qualità dipende il nostro modo adeguato o inadeguato di vivere in società.”